Situato tra il Golfo di Napoli e il Golfo di Salerno, il piccolo borgo di Sant’Agata sui Due Golfi, frazione di Massa Lubrense, è una finestra sul mare sulla quale si affacciano i bellissimi panorami di Capri, Vetara, Isca e degli Isolotti Li Galli.
Scrigno di bellezza e di cultura, questo paesino, sin dal ‘700, entrò a far parte degli itinerari dei nobili rampolli inglesi, che vagavano per l’Europa per farsi un’idea delle meraviglie del mondo.
È immerso in una rigogliosa vegetazione, connubio armonioso tra piante spontanee e coltivate, tra le quali acquisiscono un ruolo di primo piano i limoni della zona, la cui varietà Femminello Ovale è apprezzata in tutto il mondo per l’intenso profumo della sua scorza.
Se deciderete di fare un salto in questo bel paese a pochi passi dalla Costiera Amalfitana, non fatevi ammaliare solamente dai suoi panorami che hanno la pretesa di catturare tutte le attenzioni. Visitate anche la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e il Monastero di San Paolo: vi parleranno della cultura del luogo che ben si sposa con la sua bellezza, arricchendola di arte, tradizioni… e magia.
Storia di Sant’Agata sui due Golfi
Il nome del borgo appare per la prima volta nei documenti ufficiali del 1347. Deriva sia dalla particolare posizione geografica che occupa che dalla denominazione di un’antica cappella oggi scomparsa, collocata tra Massa Lubrense e Sorrento, dedicata a Sant’Agata.
I primi ad abitare la zona furono i greci che si stabilirono nella collina oggi conosciuta come Deserto, ma che allora veniva chiamata Monte Sireniano; in antichi testi e mappe tale monte veniva messo in relazione con il culto delle sirene ed è molto probabile che nella zona sorgesse anche un tempio dove venivano venerate.
L’insediarsi dei greci, e più precisamente dei Teleboi, è testimoniato da tre necropoli che si trovano intorno alla collina, dalle mura di cinta greche che la circondano, e da ritrovamenti di vasi e monili vari risalenti al X secolo a.C.
È da questo primo nucleo abitativo, al quale poi si aggiunsero diverse fattorie sparse, che nacquero i primi casali del medioevo che, col passare dei secoli, diedero vita agli embrioni dei paesi attuali del luogo.
Il primo documento che attesta la presenza di un centro abitato nella zona pare risalga al 1558. Si tratta di un elenco redatto da un sacerdote di Massa Lubrense per verificare quante persone del posto fossero state fatte prigioniere dai turchi dopo lo sbarco del 13 giugno avvenuto nei pressi del luogo. Da allora il paese si è sviluppato intorno a quella che ora è la chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie fino a raggiungere le dimensioni che tutti conoscono.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Le informazioni sulla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, parrocchia di Sant’Agata sui Due Golfi, sono scarse a causa di un evento drammatico del 1665: durante l’epidemia di peste che colpì il paese e causò la morte del parroco, tutti i documenti conservati nella parrocchia furono distrutti per precauzione.
Tuttavia, esiste un atto notarile del 1475 che menziona la chiesa come “Chiesa di Santa Maria di Casafestina”, un nome che, secondo la tradizione, deriverebbe dalla famiglia Festinese, che ne finanziò la costruzione. Quanto questa informazione sia veritiera resta un mistero, avvolto da un alone di leggenda: si racconta infatti che Marcantonio Festinese abbia fatto costruire l’edificio per adempiere a un voto fatto alla Madonna, chiedendo la salvezza della figlia rapita da un lupo.
La chiesa fu elevata a parrocchia nel 1566, quando iniziò un accurato lavoro di ampliamento che la portò alle sue dimensioni originarie. L’edificio ha una pianta a croce latina, con tre cappelle per lato lungo l’unica navata, ciascuna appartenente a famiglie locali.
All’interno è conservata la statua di Sant’Agata, che originariamente si trovava in una cappella ormai scomparsa, contribuendo a dare il nome al paese. Un elemento di particolare rilievo è l’altare maggiore, opera del maestro rinascimentale Dionisio Lazzari, realizzato con marmi preziosi e pietre dure come agate e lapislazzuli, arricchito da intarsi e decorazioni raffiguranti fiori, uccelli, rami e foglie. Dal 1881, l’altare ospita un quadro della Madonna delle Grazie, risalente alla fine del XVII secolo.
Sulla facciata della chiesa, sopra il portone d’ingresso, è visibile un’immagine della Madonna delle Grazie, realizzata in maiolica colorata nel 1873, su sfondo bianco. Maioliche simili adornano anche l’orologio del campanile, decorato con delicati motivi floreali.
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie rappresenta il nucleo primitivo attorno al quale si è sviluppato il borgo di Sant’Agata sui Due Golfi e, ancora oggi, gioca un ruolo fondamentale nella vita sociale del paese, fungendo da luogo di aggregazione e centro delle attività culturali.
Monastero del deserto

Situato sul punto più alto di Sant’Agata sui Due Golfi troviamo il Monastero del Deserto, o Monastero di San Paolo, dalla terrazza del quale è possibile ammirare il più bel panorama della zona. La spettacolarità del posto è tale da essere stato osannato da personaggi della risma di Stendhal, Nietzsche e Goethe.
Fu fondato nel 1679 dai padri carmelitani, a due passi dalla necropoli risalente al IV secolo a.C. scoperta in tempi moderni, pare sulle rovine di un antico tempio pagano.
Da allora ordini di frati e suore si sono alternati tra le sue mura, più di una volta abbandonate. Oggi è stato eletto a dimora di una ventina di suore di clausura, ma è comunque visitabile dietro appuntamento. È anche possibile soggiornarvi per alcuni giorni se ci si adegua alle regole dettate dalle proprietarie.
È il silenzio che governa il posto, una quiete dove è l’infinito a parlare facendoti sentire parte di un tutto eterno. Sicuramente è il luogo ideale per chi vuole raggiungere quel raccoglimento che aiuta a ritrovare se stessi o per chi vuole perdersi nella preghiera.
Ci si arriva tramite la strada principale del paese, spumeggiante di colori e aromi grazie alla nutrita vegetazione che la delimita.
Manifestazioni di Sant’Agata sui due Golfi
Nonostante Sant’Agata sui Due Golfi sia solo una piccola frazione di Massa Lubrense, è encomiabile l’operosità degli abitanti del posto, sempre al lavoro per far sì che la memoria collettiva non dimentichi il passato.
A questo scopo ogni anno vengono organizzate delle manifestazioni con l’intento di rispolverare usi e costumi sui quali lo scorrere del tempo vorrebbe depositare il suo velo.
Ne è un esempio la Festa delle Contrade che coinvolge tutto il paese in gare sportive, costruzione di carri allegorici e sfilate in costume, ma anche tutte le altre manifestazioni che prendono vita dall’inventiva dei cittadini del posto, con l’intento di portare colore, suoni e allegria nel silenzio del paese.
Tra gli eventi culturali più di rilievo spicca senza dubbio il Premio “Di Giacomo” con il quale i santagatesi celebrano ogni anno il loro cittadino di adozione Salvatore Di Giacomo, poeta napoletano ormai scomparso. Tra i vari candidati si scelgono le voci che più si avvicinano alla sua per poter far vibrare la memoria della sua lirica tra quelle vie che ha eletto a luogo del cuore.
Quando visitare Sant’Agata sui due Golfi
Il periodo ideale per visitare Sant’Agata sui Due Golfi, una località panoramica sospesa tra il Golfo di Napoli e il Golfo di Salerno, va da aprile a ottobre.
- Primavera (aprile-giugno): è uno dei momenti migliori per visitare la zona. Le temperature sono miti, intorno ai 15°C-25°C, e la natura è in piena fioritura. Perfetto per chi ama le escursioni, con il famoso Sentiero di Sirenuse che offre panorami mozzafiato senza la folla estiva. Maggio e giugno offrono inoltre giornate lunghe e soleggiate.
- Estate (luglio-agosto): nei mesi estivi, Sant’Agata è più affollata, con temperature che raggiungono i 30°C. Questo periodo è ideale per chi vuole combinare il relax con visite alle vicine spiagge della Costiera Sorrentina, ma è bene prenotare in anticipo per evitare il pienone.
- Settembre e ottobre: inizio autunno è un’altra stagione meravigliosa per visitare. Le temperature si mantengono piacevoli, attorno ai 20°C-25°C, e l’affluenza turistica diminuisce, permettendo di godere della tranquillità e dei paesaggi senza la confusione dell’alta stagione.
- Inverno (novembre-marzo): sebbene più tranquillo e con temperature più fresche (10°C-15°C), questo è un periodo ideale per chi cerca pace e vuole scoprire il lato più autentico della zona. Molte strutture turistiche potrebbero essere chiuse, ma l’atmosfera è intima e rilassante.
Come arrivare a Sant’Agata sui due Golfi da Positano
Per raggiungere Sant’Agata sui Due Golfi da Positano, hai diverse opzioni, che variano in base al mezzo di trasporto e al tempo a disposizione:
In auto o scooter
Il percorso più diretto è tramite la Strada Statale 163 (SS 163), conosciuta per essere una delle strade costiere più panoramiche. Da Positano, percorri la SS163 fino a Piano di Sorrento, poi segui le indicazioni per Sant’Agata sui Due Golfi. Il viaggio dura circa 45 minuti in condizioni di traffico normali, ma durante l’estate potrebbe richiedere più tempo a causa dell’affollamento della Costiera Amalfitana.
In autobus
Gli autobus della compagnia SITA offrono collegamenti da Positano a Sant’Agata, con cambio a Sorrento (qui ci sono gli orari). Da Positano, prendi l’autobus per Sorrento (circa 50 minuti) e poi un altro bus per Sant’Agata sui Due Golfi (circa 30 minuti). Il viaggio totale dura intorno a 1 ora e 30 minuti, con la possibilità di esplorare brevemente Sorrento durante il cambio.
In taxi o transfer privato
Per maggiore comodità, puoi optare per un taxi o un transfer privato. Il viaggio diretto dura circa 40-50 minuti ed è il modo più rapido per arrivare, soprattutto se preferisci evitare cambi di mezzi o il traffico dei trasporti pubblici.
Considerazioni finali su cosa vedere a Sant’Agata sui due Golfi
In conclusione, Sant’Agata sui Due Golfi si rivela un autentico scrigno di bellezza e cultura, incastonato tra panorami mozzafiato e una natura rigogliosa. Questo pittoresco borgo, con le sue radici storiche profonde e le tradizioni vivaci, offre un’esperienza unica che va oltre la semplice ammirazione dei suoi scenari.
Le testimonianze architettoniche come la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e il Monastero del Deserto narrano storie di fede e resilienza, mentre le manifestazioni locali celebrano l’identità e la creatività della comunità.
Visitare Sant’Agata sui Due Golfi significa immergersi in un luogo dove il passato e il presente si intrecciano armoniosamente, arricchendo ogni visita di arte, tradizione e magia. È una destinazione ideale per chi cerca non solo la bellezza visiva della Costiera Amalfitana, ma anche un legame profondo con la storia e la cultura che rendono questo angolo d’Italia così speciale e indimenticabile.